Chiesa Parrocchiale Madonna della Neve (Sec. XIII)
Chiesa Parrocchiale Madonna della Neve
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Comune | Briona (Apre il link in una nuova scheda) |
Indirizzo | Piazza Generale Paolo Solaroli |
Apertura | Aperta durante le funzioni religiose - Orario S. Messe: Sabato ore 20.30 / Domenica ore 10.00 |
Modalità di accesso | Accessibile durante gli orari di apertura - nessuna difficoltà di accesso |
Al centro dell'abitato di Briona, in Piazza Solaroli, si trova la Chiesa Parrocchiale Madonna della Neve. Sorta sulle fondamenta dell’antica cappella privata dei conti di Biandrate, signori di Briona nel XII secolo, è documentata come chiesa parrocchiale dal 1597, anche se sembra che abbia iniziato a funzionare da parrocchiale già nei primi decenni del XVI secolo, per comodità della popolazione. I caratteri architettonici della chiesa suggeriscono che sia stata edificata nella seconda metà del XV secolo, sulla base di modelli di chiese annesse a conventi francescani (come San Nazzaro alla Costa a Novara e Santa Maria delle Grazie di Varallo Sesia), ma senza la classica suddivisione (tramezzo) tra la parte “pubblica” e quella “monastica”.
La Cappella della Concezione, delle Consorelle o del Rosario
Quella che fu la prima cappella laterale ad essere costruita basa la sua storia su una devozione popolare. Nei primi anni del ‘600, infatti, a Briona si radicò la devozione verso un’immagine mariana affrescata su una casa di proprietà dei Caccia da Briona, popolarmente detta “Madonna del Cugnolo” (termine dialettale che sta per cuneo), probabilmente della fine del ‘400 e attribuibile alla bottega dei Cagnola. Nel 1618, il cardinale Ferdinando Taverna, viste le nomee di grazie ricevute, diede l’ordine di staccarla dalla parte e trasportarla nella chiesa parrocchiale, dove venne costruita appunto questa cappella laterale, forse nel 1628 o negli anni immediatamente precedenti, visto che dai documenti della visita pastorale il vescovo Tornielli risultava appena costruita e ornata. Già in quegli anni la cappella risultava adornata di stucchi dorati e con i quindici misteri del S.S. Rosario; particolare attenzione merita la presenza di “due insegne”, ovvero gli stemmi delle famiglie Caccia e Cagnola (non la famiglia del pittore), verosimilmente una coppia di committenti di parte di questi lavori. L’alta qualità dei dipinti porta a pensare ad un artista di provata maestria, ed è possibile proporre il nome di Cristoforo Martinoli, detto il Rocca, uno dei migliori artisti valsesiani del ‘600. Attorno al riquadro centrale con la Madonna, l’ancona dell’altare racchiude in quindici tabelle i misteri del Rosario. Alle due pareti laterali due grandi riquadri rappresentano San Carlo Borromeo in preghiera davanti al “Santo Chiodo” e alla “Immacolata Concezione”. Interessante, ai piedi dell’Immacolata, una veduta della rocca di Briona, da ritenersi realistica con la forma della rocca in quel momento.
L'edificio ad aula unica, con sobria facciata tardo settecentesca, si caratterizza per la struttura architettonica dominata da vaste arcate a sesto acuto e da cappelle laterali, terminante con abside quadrilatera con volta a crociera. L'antico soffitto, grazie ai lavori di restauro, è stato ripristinato ed è formato da tavelle di cotto a vista di linea gotico-lombarda. Un'unica campana pendeva dalla torricella ad arco poggiata sul tetto del coro e la corda scendeva nell'interno del presbiterio a fianco dell'altare; la torre campanaria fu poi costruita verso la metà del sec. XVII per ordine del Vescovo Cardinale Ferdinando Taverna. Durante i secoli furono molteplici gli interventi che interessarono questo monumento. Il programma decorativo della chiesa era estremamente ricco, e si estendeva in tutte le zone; in gran parte sono attribuibili alla bottega di Tommaso Cagnola. La bibliografia in merito non è molta, in quanto la fase di restauro che ha permesso di riportare gli affreschi ad una buona leggibilità è molto recente.
Sul lato meridionale della navata, ultima campata verso est, distrutta dall’apertura di una nicchia, era presente una composizione con la “Madonna in trono” (visibile solo pedana e basamento del seggio), San Giobbe (con una veste marrone, un lungo bastone e gambe ricoperte di pustole) e un santo a cavallo, in abito da soldato, con armatura metallica e uno stendardo bianco con quattro monogrammi bernardiniani, probabilmente Sant’Alessandro. Alcuni particolari della scena fanno pensare alla mano di Tommaso Cagnola, molto attivo a Briona. Spostandosi alla penultima campata troviamo invece la “Teoria dei dodici Apostoli” (quattro sui pilastri e otto sulla parete), con al di sotto tre Madonne in trono col Bambino; anch’essi (visti i dettagli dei pavimenti prospettici, i broccati delle vesti, etc.) sembrerebbero ricondursi alla bottega del Cagnola o di loro seguaci. Completa il pilastro un “San Giuseppe”, sul quale cade subito lo sguardo del fedele quando entra dall’ingresso laterale. Tornando indietro verso l’ingresso principale, sul pilastro meridionale dell’arcata centrale troviamo un “San Rocco”, affrescato con la pustola sanguinante in evidenza e il cane, e una “Sant’Agata”, che assieme ad un Santo Vescovo (forse Sant’Ambrogio visto il libro) incorniciano la Cappella della Concezione (vedi più avanti). Proseguendo verso l’ingresso troviamo un “San Nicola”, di epoca più recente, al di sopra di una “Madonna col Bambino” (questa probabilmente ascrivibile al ciclo pittorico del tardo Quattrocento), e un “San Giacomo”. Su questo lato il ciclo pittorico si interrompe, lasciando posto alla Cappella della Madonna di Lourdes e la Cappella dove sono conservate le reliquie di Sant’Alessandro (queste ultime costruite nella prima metà del 1900).
Anche il lato nord della navata è riccamente affrescato, probabilmente in origine dalle stesse mani della campata meridionale. Partendo sempre dal lato absidale, dove troviamo in questo caso un altare della Madonna del Rosario, si vede, molto rovinato nella parte centrale, un “Trittico di Santi”.
Anche il lato nord della navata è riccamente affrescato, probabilmente in origine dalle stesse mani della campata meridionale. Partendo sempre dal lato absidale, dove troviamo in questo caso un altare della Madonna del Rosario, si vede, molto rovinato nella parte centrale, un “Trittico di Santi”.
Sulla parete a lato dell’altare, invece, vediamo altri santi sempre affrescati nel Quattrocento; ne sono rimasti visibili due: probabilmente, da sinistra, “Santa Liberata” e “Sant’Agata”. In pieno ‘500 questa parete fu ricoperta con un nuovo affresco, del quale dopo i restauri rimane visibile un Santo martire soldato, probabilmente Alessandro, e una piccola parte di un “Santo con un Bambino”, che probabilmente è San Cristoforo. Spostandosi verso l’ingresso, sul pilastro troviamo una “Madonna con Bambino”, con la particolarità dell’aureola rappresentata prospetticamente come un disco fissato alla parte posteriore del capo; di fianco troviamo una altra immagine di un Santo o Santa, non più identificabile.
La terzultima campata, che termina verso l’abside con un “Sant’Antonio Abate” sul pilastro, si compone di una “Teoria di Santi”, tra cui si riconosce (da sinistra) forse un altro Sant’Antonio Abate (col bastone a tau), un santo vescovo (forse San Gaudenzio?), e un San Giovanni Battista (ultimo a destra). Al di sopra emerge un affresco seicentesco, ora restaurato, che rappresenta un “Bambino Gesù in grembo a Maria”, in cielo, con due personaggi sotto, uno dei quali (cotta bianca e mantellina rossa) forse è San Carlo Borromeo. A lato troviamo la Cappella del S.S. Crocifisso, con una Santa Lucia sempre del ciclo originario su un pilastro. Termina il ciclo pittorico, rovinato purtroppo dall’inserimento nella parete della balaustra dell’organo, un affresco probabilmente del XVI o XVII secolo, rappresentante il “Battesimo di Gesù”.
La Cappella della Concezione, delle Consorelle o del Rosario
Quella che fu la prima cappella laterale ad essere costruita basa la sua storia su una devozione popolare. Nei primi anni del ‘600, infatti, a Briona si radicò la devozione verso un’immagine mariana affrescata su una casa di proprietà dei Caccia da Briona, popolarmente detta “Madonna del Cugnolo” (termine dialettale che sta per cuneo), probabilmente della fine del ‘400 e attribuibile alla bottega dei Cagnola. Nel 1618, il cardinale Ferdinando Taverna, viste le nomee di grazie ricevute, diede l’ordine di staccarla dalla parte e trasportarla nella chiesa parrocchiale, dove venne costruita appunto questa cappella laterale, forse nel 1628 o negli anni immediatamente precedenti, visto che dai documenti della visita pastorale il vescovo Tornielli risultava appena costruita e ornata. Già in quegli anni la cappella risultava adornata di stucchi dorati e con i quindici misteri del S.S. Rosario; particolare attenzione merita la presenza di “due insegne”, ovvero gli stemmi delle famiglie Caccia e Cagnola (non la famiglia del pittore), verosimilmente una coppia di committenti di parte di questi lavori. L’alta qualità dei dipinti porta a pensare ad un artista di provata maestria, ed è possibile proporre il nome di Cristoforo Martinoli, detto il Rocca, uno dei migliori artisti valsesiani del ‘600. Attorno al riquadro centrale con la Madonna, l’ancona dell’altare racchiude in quindici tabelle i misteri del Rosario. Alle due pareti laterali due grandi riquadri rappresentano San Carlo Borromeo in preghiera davanti al “Santo Chiodo” e alla “Immacolata Concezione”. Interessante, ai piedi dell’Immacolata, una veduta della rocca di Briona, da ritenersi realistica con la forma della rocca in quel momento.